venerdì 8 agosto 2008

Le lepri nel cuore del Reventino.

DECOLLATURA - Nel cuore del monte Reventino, nasce un'azienda molto particolare che, oltre ad essere immersa nel verde di castagni secolari (tra i pochi rimasti), si distingue per la produzione di uno dei mammiferi più amati dai cacciatori italiani e calabresi, ovvero la lepre. Ad occuparsi di questo curioso e innovativo settore sono due donne, Rosa e Angela Giuseppina Tomaino, da qui il nome “Due T”, coadiuvate ed aiutate da tutta la famiglia, in particolare Serafino e il figlio Emilio e Antonio Nicolazzo, tutti impegnati, insieme anche ad altri componenti del nucleo familiare, quasi 15 ore al giorno a curare tutte le attività. Suscita quindi grande curiosità e interesse in tutti gli appassionati del settore e non, poiché è davvero insolito, da queste parti, imbattersi in allevatori che hanno avuto voglia di osare e rischiare l'avvio di un'attività onerosa e tutt'altro che sicura. Come hanno, del resto, rivelato i proprietari: «Ci siamo chiesti, a un certo punto, con pochi capi all'attivo, se era davvero il caso di proseguire,ma la nostra tenacia e un po' di fortuna, ci ha permesso di sopravvivere a quel momento e di diventarte un punto di riferimento e un esempio per tutti coloro che hanno voglia di fare cose nuove». Oltre 300 esemplari custoditi in gabbie altamente professionali e allevati con un metodo naturale, sono il fiore all'occhiello di una delle poche aziende che nel comprensorio lametino allevano questi quadrupedi. «Dopo i sacrifici - dicono Rosa ed Angela - sono arrivate le soddisfazioni. Riuscire ad essere tra i pochi, in zona, a garantire forniture a livello provinciale e regionale di capi per i ripopolamenti e le immissioni che vengono periodicamente effettuate, è motivo di grande orgoglio, ma anche uno stimolo a fare sempre meglio». Dietro l'allevamento delle lepri, che è sicuramente il leit motiv dell'azienda, però, c'è altro ed è rappresentato da unastoria importante. Il fondo Ferrarico, così si chiama la zona su cui sorge l'allevamento, infatti, fin dai tempi della dominazione dei francesi in Calabria (1806-1815), appartenne ai Minori conventuali di Martirano e, dopo molte controversie, con sentenza commissariale del 18 febbraio 1926, ritornò ad essere reintegrata nel territorio di Decollatura-S.Bernardo. Ciò avvenne per opera di un erede degli originari possessori (De Gattis e De Medici di Martirano ndr), Salvatore Renda, già parlamentare in periodi pre e post bellico (1913 - 1919), famoso per aver realizzato il sogno dei nicastresi di veder nascere l'acquedotto che, dalle montagne della Sila, portava il prezioso liquido nella Piana. Del rinomato fondo Ferrarico si era occupata, qualche anno fa, anche la trasmissione televisiva Linea Verde, che aveva esaltato la bellezza e l'importanza del secolare castagneto (circa 10 ettari di superficie) che circonda la proprietà. «La bellezza - aggiungono i proprietari - e l'importanza del luogo ci hanno spinto ad iniziare i lavori di ristrutturazione della vecchia casa appartenuta all'onorevole Renda, per cercare di riportarla ai fasti di un tempo. Con l'apertura di un agriturismo, vorremmo creare un piccolo parco naturale con sentieri e percorsi guidati suggestivi».
Fonte: Ilquotidianodellacalabria

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