Sette mesi di reclusione.
E' questa la sentenza che il Tribunale di
Lamezia Terme ha emesso a
carico del sindaco di Decollatura, Mario Perri che è stato, quindi, riconosciuto colpevole del reato di contraffazione ed utilizzo di sigilli dell'Ordine dei geologi della Basilicata. Timbri che, secondo quanto appurato, Perri avrebbe apposto nell'esercizio della sua attività di architetto e progettista su alcune relazioni geologiche, risuitate da successivi accertamenti false. Il dispositivo, emesso dal giudice monocratico Francesco Aragona, condanna l'attuale primo cittadino di Decollatura per fattispecie di reato che sarebbero state commesse nel comune di Tiriolo il 21 giugno del 2000. Non luogo a procedere, invece, per le medesime accuse di contraffazione di sigilli dell'Ordine dei geologi della Basilicata (su delle relazioni recanti la firma di un sedicente geologo Ugo Grisolia) compiute in data antecedente l'anno 2000, in particolare a Carlopoli, comune in cui ricade il fabbricato oggetto dell'istruzione dell'iter processuale, essendo il reato estinto per prescrizione.L'architetto Perri è stato, inoltre, condannato al risarcimento dei danni a favore delle tre parti civili: Ordine dei geologi della Basilicata, della Calabria e coniugi Fabiano (i proprietari del fabbricato di Carlopoli che hanno sporto querela nel 2004 ndr). Nella fattispecie, il Tribunale ha demandato al giudice civile la quantificazione complessiva dell'importo stabilendo, in via provvisionale, un risarcimento di 2 mila euro a testa alle parti civili, rappresentate in giudizio dall'avvocato Francesco Pagliuso il quale si è dichiarato soddisfatto «in primis perchè sono state accolte le nostre richieste e poi perchè siamo riusciti a venire a capo di un processo che era ormai sull'orlo della prescrizione».Il sindaco di Decollatura ha preferito non attendere in aula lettura della sentenza, allontanandosi dopo aver deposto e dopo aver ascoltato tutta la fase della discussione.«Ho conosciuto personalmente questo geologo Ugo Grisolia presso gli uffici del genio civile di Catanzaro nel 1998. Una persona simpatica. Mi ha parlato di cifre inferiori rispetto a quelle che pretendevano altri progettisti per cui abbiamo instaurato subito un rapporto professionale», ha raccontato nel corso dell'esame Mario Perri.«Dopo che ha redatto la relazione geologica- ha aggiunto -non ho avuto più contatti con lui. Precisamente dall'estate del 1999 non esistevano più rapporti di collaborazione anche in considerazione della mia attività di sindaco». Il professionista, per la sua consulenza geologica, è stato regolarmente retribuito ma, ha evidenziato l'architetto Perri, «non ho più nessun riferimento su di lui per motivi legati alla mia attività politica. Infatti, nel 2003 ho subito un attentato nel mio studio che ha distrutto tutto il materiale che avevo: numero di telefono, indirizzo e le ricevute che mi ha regolarmente rilasciato per il suo compenso le quali, comunque, dovrebbero essere in possesso della guardia di finanza a seguito di una loro perquisizione nei miei uffici». Dopodichè è seguita la discussione, con le relative richieste, delle parti. Il pm, Deborah Chirico ha parlato di «un diluvio di prove che dimostrano la responsabilità penale del Perri», chiedendo una condanna a due anni.Analisi condivisa dal legale di parte civile mentre l'avvocato Vincenzo Battaglia, difensore di Perri, ha chiesto l'assoluzione per non aver commesso il fatto o, in subordine, il non doversi procedere per avvenuta prescrizione.Da segnalare, infine, che l'altro imputato nel medesimo processo, Francesco Talarico, è stato assolto per non aver commesso il fatto.G. PERRI
fonte: calabria ora