lunedì 22 settembre 2008

Scompaiono le scuole di montagna.

Su un totale di 43 Comprensivi ne resterebbero attivi 13 tra accorpamenti e chiusur e
La riforma Gelmini “colpisce” gli istituti dell’e n t ro t e r r a


Con il decreto del ministro alla Pubblica istruzione, Maria Stella Gelmini, per la scuola italiana sta davvero arrivando il momento della cura dimagrante. Una cura senza sè e senza ma che lascerà a casa circa centotrentamila insegnanti, in tre anni, e mette a rischio chiusura, o nel migliore dei casi accorpamento, tante piccole scuole, con meno di cento alunni, presenti soprattutto nei comuni con un numero di residenti inferiore a cinquemila. A rischio piccole scuole ma anche Istituti comprensivi perché la Gelmini li vorrebbe più grandi, capaci di gestire tra i cinquecento e i seicento allievi. Ciò ridurrebbe il numero di dirigenti scolastici dando un segnale di razionalizzazione che va oltre il semplice corpo docente. Le proteste non mancano anche perché ad essere colpiti di più saranno i comuni montani con seri problemi di viabilità interna. La provincia di Catanzaro non è immune da uno scenario che, in tre anni, dovrebbe ridisegnare totalmente, o quasi, la geografia degli istituti che garantiscono l'istruzione obbligatoria. Anche da noi insomma arriva lo spauracchio tagli a partire proprio dagli Istituti comprensivi, ovvero da quelle figure istituzionalizzare che, ad oggi, garantiscono una certa soglia di autonomia scolastica. Su un totale di quarantatrè attualmente operanti nella provincia, infatti, ne resterebbero, immuni da ogni modifica, soltanto tredici. In mezzo tanti da ricostituire con accorpamenti tra quelli già esistenti ma troppo piccoli secondo gli standard del ministero. Oltre a Catanzaro, Lamezia Terme e Soverato superano la prova Davoli Marina, Curinga, Guardavalle, Falerna, Cropani, Feroleto Antico, Maida, Nocera Terinese, Botricello, Simeri Crichi e Sellia Marina. Negli altri frenesie e timori si fondono con quelli davvero troppo piccoli ormai rassegnati all'estinzione e quelli che hanno un numero di allievi vicino a 500, un po' più propensi a sperare in una sorta di ripescaggio dell'ultima ora o già alle prese con opere di convincimento verso quelli vicini e ancor più piccoli che, in ogni caso, dovranno scegliere con quale accorparsi. È il caso, tra gli altri, di Petronà, Gimigliano, Carlopoli e Decollatura e di chi questi Istituti li gestisce come per esempio Gina Guzzi a Petronà. Comuni di montagna che, appena affiora una nuova idea di tagli e risparmi, si trovano immancabilmente in cima alla lista. Poi ci sono casi più articolati e Taverna è uno di questi. Finora ha avuto due Comprensivi, con l'arrivo della riforma ne perderà uno ma, in fin dei conti, non vedrà, come i centri grandi, totalmente stravolta l'organizzazione scolastica. Insomma anche per i comprensivi sembra essere giunta l'ora delle grandi manovre per scongiurare la chiusura. Su di loro però i riflettori stentano ad accendersi perché la riforma Gelmini, con un decreto, non tralascia proprio nulla. Punta ad una rivoluzione che, partendo dal ritorno del grembiule, sta mobilitando il mondo della scuola.
Fonte: IlquotidianodellaCalabria

Nessun commento: