Gli studenti bocciano la Gelmini
Decollatura. Scuole medie in piazza
DECOLLATURA - «Gelmini ti bocciamo» hanno deciso all'unanimità gli studenti medi nel corso di una manifestazione tenutasi dopo in una affollata assemblea. «Anche gli studenti dell'alto lametino hanno risposto alla mobilitazione nazionale indetta contro le politiche scolastiche del governo Berlusconi, ha dichiarato Alfredo Iorno, segretario provinciale della Cgil, presente alla manifestazione degli studenti medi di Soveria Mannelli e Decollatura che hanno sfilato per le vie del centro montano, la riforma del ministro Gelmini rappresenta solo l'ultimo atto del vergognoso smantellamento del sistema formativo pubblico avviato già da diversi anni». «In Calabria, all'operazione culturale di distruzione della scuola pubblica avviata a livello nazionale bisogna aggiungere anche le disastrose condizioni in cui versano decine di strutture scolastiche, che il governo vuole risolvere tagliando le sedi, ha aggiunto Franco Fruci, segretario provinciale FLC-Cgil», secondo il quale «bisogna difendere la scuola pubblica dall'operazione culturale delle destre e da un'idea di società basata sulla paura e sulla repressione». A Decollatura a contestare il decreto Gemini, che impone il numero di 30 alunni per classe nelle scuole medie e medie superiori, sono stati gli studenti ed i professori presenti alla manifestazione, i quali hanno sottolineato che «il provvedimento stride con il decreto ministeriale del 18 dicembre del 1975 che stabilisce gli indici minimi di edilizia scolastica, di urbanistica e di funzionalità didattica, che prevedono 1,96 metri quadrati per ogni alunno delle scuole superiori, senza tener conto degli arredi come cattedra, armadi e lavagna». Insomma, una classe di 30 studenti dovrebbe essere ospitata in un'aula di 60-70 metri quadrati, mentre la gran parte delle aule scolastiche non supera i 37 metri quadrati. Franco Fruci fa notare poi che il provvedimentoGelmini «è insidioso, perché il sovraffollamento delle classi, oltre a causare uno scarso rendimento scolastico, ostacola pericolosamente la capacità di deflusso in situazioni di emergenza, con gravi responsabilità che ricadono unicamente sui dirigenti scolastici, a ciò si aggiunge la particolarità della situazione calabrese, in cui la gran parte dei 409 comuni ha una dimensione mediopiccola, dunque, la saranno i piccoli paesi nostri a pagare con la chiusura di centinaia di sedi». Contestato anche il ritorno del “maestro unico”; il blocco del turn over nei prossimi tre anni per circa 150 mila insegnanti; il ritorno al grembiule e al voto in condotta. Sul maestro unico, uno dei punti più contestati dai sindacati, il decreto prevede l'abolizione, a partire al prossimo anno, del team di insegnanti alle elementari (ora sono tre per due classi) ed un orario di lavoro più lungo. Il tempo pieno sarà coperto dallo stesso maestro unico, che dovrebbe lavorare un maggior numero di ore. E per le ore di insegnamento aggiuntive, rispetto all'orario d'obbligo, si può attingere per il 2009 dal fondo integrativo delle singole scuole. Il testo stabilisce pure che «nella scuola primaria i docenti con decisione assunta all'unanimità, possono non ammettere l'alunno alla classe successiva solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione». Alle medie sarà necessaria «una decisione assunta a maggioranza dal consiglio di classe » e si dovrà tenere conto anche di «disturbi specifici di apprendimento e della disabilità ». Tornano anche i voti in decimi per cui al voto insufficiente è stata sostituita la dicitura «al voto inferiore a sei decimi».
Fonte: IlquotidianodellaCalabria
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