mercoledì 14 maggio 2008

Lo sport per educare alla legalità.

DECOLLATURA - «La scuola ha l'obbligo di assumersi la responsabilità di fronte ai comportamenti violenti dei giovani che sono emersi dagli ultimi avvenimenti di cronaca e deve porre dei paletti». Il messaggio dai toni molto forti proviene da Maria Gabriella Greco dirigente dell'Istituto comprensivo "Michele Pane" di Decollatura durante la manifestazione "Lo sport kick boxing come training educativo e formativo alla legalità in età evolutiva" organizzato dall'As krak- team di Decollatura con il patrocinio della Federazione sindacato polizia, Kick boxing FI Kb-Coni , amministrazione comunale e istituto comprensivo. «Dopo gli avvenimenti di Verona e i casi di bullismo che coinvolgono studenti di tutta la nazione - ha detto la dirigente - dobbiamo lavorare con impegno per cercare di modificare le aspettative dei giovani bombardati da continui messaggi di violenza in una società priva di certezze e di riferimenti. Il raggiungimento del loro benessere psicologico oltre che culturale deve essere l'obiettivo che una scuola deve perseguire». Dopo i saluti dell'assessore comunale alla pubblica istruzione Liliana Gennaccaro che si è dichiarata vicina a tutte le manifestazioni sportive del territorio, Vincenzo Russo, responsabile regionale sport da ring si è addentrato nella metodica dell'insegnamento di questa disciplina che non è solo combattimento ricavato dall'unione di Karate nipponico e pugilato ma educazione al rispetto delle regole. Uno sport che ben lontano dall'insegnamento della violenza dirotta le ansie e le frustrazioni dei giovani in palestra, dove gli atleti imparano a governare il proprio corpo liberandosi della rabbia e della loro timidezza. «La Kick boxing deve essere intesa come un gioco» ha detto Danilo Bruno che da anni insegna psicomotoricità. «E' innegabile - secondo Eugenio De Rose docente Unical della disciplina di Kick Boxing - l'effetto benefico del movimento sia sul corpo che sulla mente del ragazzo che deve essere comunque seguito da un ottimo maestro. Un bambino inserito in un gruppo si formerà con determinati principi, spetta al maestro o allenatore come si vuol definire, ascoltare i suoi problemi e farsi carico delle sue emotività solo così potrà dare dei consigli ed educare il piccolo atleta ad essere sicuro e fiducioso verso la vita». Rivalutare quindi la Kick boxing come un mezzo per vincere "la battaglia della cattiveria", sport pulito ben lontano dalle violenze che imperversano nei campi di calcio. «Questa disciplina - ha affermato Franco Biondi,ispettore capo di Polizia e segretario provinciale Federazione sindacale Polizia di Cosenza - insegna il rispetto dell'avversario e le norme della legalità, ma per rendere efficace la lotta contro ogni forma di bullismo è indispensabile realizzare un protocollo di intesa con le forze di Polizia, la scuola e i genitori. Solo attraverso un dialogo aperto si potrà combattere il fenomeno». Centinaia di piccoli studenti hanno assistito alla esibizione di "lotta" tra Nino Romeo, campione regionale e Giulia Chiodo medaglia di bronzo agli ultimi campionati mondiali di Kick Boxing entrambi di Decollatura.
Fonte:Gazzetta del Sud

Immagini della finale regionale svoltasi a Decollatura nella scorsa estate.

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